Perché la Francia ha scelto (per ora) di non legalizzare il gioco online

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Luca Ferrari

Pubblicato da Luca Ferrari

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Ultimo aggiornamento 13 novembre 2024

Perché la Francia ha scelto (per ora) di non legalizzare il gioco online

Insegna e pubblicità colorata sulla tettoia all’ingresso del Casino Barrière di Cannes. (Immagine: Ceri Breeze / Alamy)

Fatto. Il gioco d’azzardo online è uno dei business più in crescita del terzo millennio. Fatto. Molti Paesi, Italia inclusa, hanno legalizzato il suddetto e ora tutto scorre sotto l’egida degli organismi di controllo nazionali, vedi appunto il Bel Paese con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che di recente ha anche istituito l’Albo dei punti vendita per la ricarica dei conti di gioco collegati alle concessioni per la raccolta del gioco a distanza. Nelle settimane scorse, ha fatto scalpore la proposta di legalizzare i casinò online anche in Francia, depositata nella bozza di bilancio 2025, motivata per arginare il proliferare del gioco online illegale. Il motivo di tanto clamore nasce principalmente dal fatto che la Francia è uno dei pochissimi Paesi dell’Unione Europea insieme a Cipro a vietare ancora i giochi online sui casinò. Ancor di più sorprendente nel caso dei nostri vicini di casa, vista l’ampia presenza di casinò fisici sul territorio transalpino. Lo spettro dell’illegalità crescente su certi filoni, però, è una realtà con cui i governi hanno spesso dovuto fare i conti: dall’alcol (vedi il proibizionismo) alla più recente cannabis, tutti business che, con le dovute accortezze e regolamenti, sono stati circuiti e resi più 'inoffensivi'. 

A tenere banco nel terzo millennio è il mondo del gambling. Dopo le prime consultazioni e l’inevitabile coda di polemiche alimentate in primis dai più alti rappresentanti dei casinò terrestri, Parigi ha detto no. Nonostante un prevedibile e ricco afflusso nelle casse dello Stato, la Francia ha fatto marcia indietro. Nella legge finanziaria 2025 l’esecutivo ha tolto la parte inerente alla liberalizzazione dei casinò online.

I contraccolpi per il gioco d’azzardo fisico

Ogni novità/ modernismo ha sempre lasciato (più di qualcuno) scontento. È sempre stato così, fin dai tempi della rivoluzione industriale, e lo è tutt’ora ai giorni nostri, all’alba-durante la trasformazione digitale in atto mediante l’intelligenza artificiale. Molte professioni scricchiolano. 'Aggiornarsi o soccombere', questa è l’evoluzione. Dietro frasi fatte però, ci sono posti di lavoro a rischio, e l’industria del gioco d’azzardo francese trema all’idea di un trend che, inevitabilmente, si allargherebbe a macchia d’olio, comportando nel tempo perdite e disoccupazione per migliaia di famiglie francesi. Sono infatti quasi 200 i casinò sul suolo d’Oltralpe. Se le sale cinematografiche si stanno svuotando a causa dell’iper-competitività e una concorrenza impari delle piattaforme streaming, quali potranno mai essere le reali speranze per le storiche realtà da gioco di contrastare casinò aperti 24 ore su 24 e accessibili semplicemente collegandosi con un clic da un’app o un banalissimo sito web dal proprio device mobile? 

Il futuro inizia nel presente

Il 2023 è stata un’annata decisamente positiva per il gioco d’azzardo francese, andando a toccare una cifra superiore ai 13 miliardi di euro, per un aumento del 3,5% rispetto all’annata precedente, come ha fatto sapere l’Autorité Nationale des Jeux (ANJ). Un risultato decisamente positivo considerando anche la coda degli effetti devastanti che ha avuto la pandemia Covid in questo settore. In trend positivo anche i dati dell’anno corrente, tanto sul gioco d’azzardo tanto sulle scommesse sportive, e questo nonostante lo spauracchio di un aumento della tassazione oltre il 60% per gli operatori di gioco che, inevitabilmente, avrebbe ricadute anche sulle tasche dei contribuenti. 

Nuove sfide sorgono nell’orizzonte più immediato. Il futuro sarà differente e considerando i tanti interessi in ballo, sarà cruciale la partecipazione e condivisione dei tanti operatori coinvolti per non generare squilibri e malumori. Se al momento in tanti hanno tirato un sospiro di sollievo e non poca soddisfazione per il dietrofront del governo, a cominciare dal Presidente di Casinos de France, Grégory Rabuel, sarà inevitabile che un giorno l’argomento torni sulla scrivania dell’Eliseo. Solo un ingenuo potrebbe pensare che la 'partita' sia chiusa per sempre, semmai è solo rinviata a un’altra futura proposta legislativa. Il sindacato Casinos de France ha sì, l’obbligo di tutelare i propri dipendenti, ma allo stesso tempo deve essere lungimirante e agire per non ritrovarsi impreparato di fronte a un business che, molto probabilmente, prenderà un giorno piede (legale).

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Luca Ferrari
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Luca ha iniziato la sua attività editoriale nel 2002 e da allora non ha mai smesso di operare nel campo dei media online, spaziando e diversificando in qualsiasi settore avesse a che fare con le parole giornalismo, correttore bozze, copywriting, SEO blogger, social media editor. Dal 2011 lavora principalmente da remoto, in particolare con aziende internazionali, attività questa iniziata proprio nel settore dell’iGaming quando ancora ne sapeva poco. Professionalità, curiosità e costante impegno lo hanno reso un esperto e, dopo più di 13 anni, ancora oggi continua a lavorare in questo settore con professionalità e la massima scrupolosità. Su Casinos.com si occupa di news variegate: giochi, provider, promozioni ecc.

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