David Lynch: il mistero, il gioco e l'arte di sfidare la realtà

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Luca Ferrari

Pubblicato da Luca Ferrari

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Ultimo aggiornamento 30 gennaio 2025

David Lynch: il mistero, il gioco e l'arte di sfidare la realtà

David Lynch sul set di INLAND EMPIRE (2006), mentre dirige le riprese del suo film più sperimentale e criptico. (Immagine: Moviestore Collection Ltd / Alamy)

David Lynch ci ha lasciato. Il 15 gennaio 2025 si è spento uno dei più iconici e imprevedibili registi cinematografici. 

Film sempre particolari, ma più di tutti la serie televisiva I segreti di Twin Peaks. Un lavoro che ha fatto da spartiacque tra prima e dopo nel mondo del piccolo schermo. Un’opera che ha trasformato le series da prodotto minore a cult di elevato spessore artistico. 

Lynch non è stato un incompreso, anzi. Il suo talento (genio) è stato apprezzato in vita, ottenendo anche numerosi riconoscimenti (Oscar e Leone d’oro alla carriera, Palma d’oro a Cannes per Cuore selvaggio). Ogni regista ha un suo stile, e per David è il mistero. Non c’è lavoro che non vi affondi le sue radici più oscure, tralasciando spesso le grandi realtà metropolitane e iscrivendo le proprie dinamiche in località minori; eredità, questa, portatasi nei meandri dell’anima dallo Stato di provenienza, il 'poco glamour' Montana. 

Mistero che va a braccetto col rischio. I rischi della vita. I rischi di perdersi. I rischi della propria risurrezione. I rischi anche del gioco, inteso come attività ludica e al contempo della propria esistenza. David Lynch si è spento a quasi 80 anni. Il suo cinema, però, continua a vivere e lasciare domande, proprio come la più celebre: "Chi ha ucciso Laura Palmer?", quest’ultima ripresa anche in una divertente vignetta del The New Yorker, che ha immaginato il cineasta alle porte del paradiso e San Pietro che, per l’appunto, gli pone il suddetto quesito.

David Lynch

David Lynch posa per un ritratto nella sua sala di proiezione privata a Los Angeles, giovedì 9 settembre 2010. (Immagine: Associated Press / Alamy)

Il casinò come simbolo in Twin Peaks

Laura Palmer, una ragazzina della cittadina di Twin Peaks, è morta. A indagare sull’omicidio viene chiamato l’agente dell’FBI, Dale Cooper, capace di esplorare anche il metafisico nelle proprie indagini. Puntata dopo puntata, l’oscuro prende sempre più il sopravvento. 

Nella terza puntata, Lo Zen, oppure l'abilità di catturare un killer, c’è un nuovo protagonista. Un luogo di perdizione. Un bordello che è anche un casinò fisico. È il One Eyed Jack. In principio l’astuto tutore della legge ne ignora l’esistenza, e il suo primo contatto avviene con un biglietto passatogli da sotto la porta con la scritta “Jack with One Eye”. 

Fin dall’alba dei tempi i giochi hanno sempre suscitato mistero e imprevedibilità. 

Al di là di un luogo fisico, il casinò nella simbologia lynchiana assume una valenza di porta tra due mondi, non a caso collocato in una zona di confine tra il territorio americano e quello canadese. 

Il locale tornerà più volte nella serie, sempre a piccoli frammenti. E quando il ricco Benjamin Horne si ritroverà davanti alla figlia infiltrata sotto mentite spoglie, il narrato sembra quasi voler suggerire-stabilire che ci siano confini che non si debbano mai superare: nell’anima, nella vita e nei propri vizi. 

Twedes

Il Twedes Café, la location originale dove sono state girate le scene del Double R Diner in Twin Peaks. (Immagine: Luca Ferrari / Casinos.com)

Ancora più onirica è la presenza del gioco nella terza stagione della serie (Twin Peaks: The Return, 2018), dove Dale Cooper attraversa il metafisico (la Loggia Nera), diventando un’altra persona, il mite e catatonico Dougie. Ritornato al mondo reale, viene accompagnato con pochi spiccioli a un casinò. Doug ripete parole senza senso, ma non solo (“Chiedi aiuto”), ritrovandosi con le monetine a una delle tante slot machine. Dopo aver guardato un uomo giocare, inizia a sedersi davanti ad alcune macchine (segnalategli misteriosamente da delle fiammelle oniriche), vincendo ogni volta il jackpot e ripetendo la parola “buongiorno”.

Curiosità. Ad appena dieci minuti da North Bend, lì dove Lynch ambientò le prime due stagioni della serie e il cui nome è tratto dalle due montagne alle spalle della cittadina nordamericana, Twin Peaks per l’appunto, si trova un’autentica casa da gioco, tutt’ora esistente e operativa. Trattasi dello Snoqualmie Casino & Hotel: una struttura con 1.700 slot machine circa e 58 tavoli da gioco classici, tra cui baccarat, Fortune Pai Gow e roulette.

Cooper

Kyle MacLachlan nei panni di Dougie Jones, il misterioso alter ego dell'agente Dale Cooper in Twin Peaks: The Return. (Immagine: Showtime Networks / Alamy)

Il gioco nel mondo lynchiano

Cineasta, artista e musicista. Nel corso della sua esistenza David Lynch ha sempre avuto un filo diretto con la musica, presenza altrettanto fondamentale nei suoi lavori per il piccolo e il grande schermo. Già collaboratore della colonna sonora della serie I segreti di Twin Peaks, nel 2011 uscì il suo primo album solista, Crazy Clown Time, per l’etichetta belga PIAS Recording. 14 le tracce, dove spicca l’emblematica "Stone's Gone Up". Una ballad dal sapore DepecheModiano, e dove in mezzo a una malinconica dichiarazione d’amore, trovano posto anche le campane delle slot machine

Senza nemmeno addentrarsi nei meandri delle lyrics, la copertina è già rivelatrice-ispiratrice di una succursale proprio dell’incubo ambientato nel Nordovest americano: una mano aperta riporta il titolo e, alla base del dito medio, un dado da gioco dipinto di nero. 

Un dado come simbolo del caos più imparziale. Un dado come emblema del caso, dell’anarchia e dello stesso ordine, visto e considerando che ha solo sei facce. 

Piccole macchioline e altre scritte meno evidenti appaiono sulla mano. Potrebbe essere sangue. Una richiesta d’aiuto? Quell’aiuto che chiedeva ossessivamente uno stralunato Dale Cooper appena entrato nel casinò? Alfa e omega, ma anche viatico verso una strada che non prevede certezze. Lo è il gioco. Lo è (sempre stata) l’ars di David Lynch. 

Mulholland Drive

David Lynch insieme alle attrici Laura Elena Harring (a sinistra) e Naomi Watts (a destra), protagoniste del suo film Mulholland Drive, durante i Los Angeles Film Critics Association Awards a Santa Monica, California, il 22 gennaio 2002. (Immagine: Associated Press / Alamy)

Lynch e il rischio creativo

David Lynch ha sempre avuto una predilezione per le arti visuali, una dimensione che è tornata poi in tutto il suo mondo davanti alla telecamera. Una carriera per nulla convenzionale. Una carriera che non si è mai concessa soste né comodità. 

Da un’opera all'altra, David ha sempre spiazzato il pubblico, tralasciando qualsiasi lato commerciale. E anche quando i suoi lavori non suscitavano l’entusiasmo dei produttori, trovava comunque il modo di mutarne il guscio, sfoderando tutto il suo estro creativo. Emblema di tutto ciò, Mulholland Drive (2001), con Naomi Watts, film che diventerà un cult quasi in tempo reale, ricevendo premi, in primis quello per la Miglior regia al Festival di Cannes. 

La carriera di Lynch assomiglia molto alla discografia dei Pearl Jam, quando il gruppo, invece di percorrere i sentieri sicuri di ogni album di successo che pubblicava, cambiava totalmente registro. Sarà un caso, ma il cantante della band di Seattle (città a mezz’ora di macchina da Twin Peaks), Eddie Vedder, compare nel 16° capitolo della terza stagione di Twin Peaks. Lynch ha sempre raccontato una società poco appariscente, quella che Hollywood non illumina.

Il congedo del Maestro

È accaduto a Twin Peaks e sta per accadere ancora”... Un urlo per congedarsi. Un urlo di LauraPalmeriana memoria. per rimandare a una prossima e imperitura dimensione. Un urlo per lasciarci in uno stato di perenne sospensione e attesa. L’8 settembre 2017 veniva trasmessa in Italia l’ultima puntata della terza stagione de I segreti di Twin Peaks. Con un fotogramma, anzi, con quest’ultimo fotogramma David Lynch sublima l’essenza del suo cinema, o meglio, della sua visione artistica fatta di mistero e ambiguità. 

La vita, come una scommessa decisa e decisiva contro le forze imprevedibili del destino. Un mondo popolato da variabili dove l’ordine è in costante fermento-mutamento, lottando per trovare il suo spazio e la sua ragion d’essere. Un urlo per affermare, chiedere, mettere in discussione. Un urlo come potenza creatrice. 

È accaduto a Twin Peaks e sta già accendo di nuovo…

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Luca Ferrari
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Luca ha iniziato la sua attività editoriale nel 2002 e da allora non ha mai smesso di operare nel campo dei media online, spaziando e diversificando in qualsiasi settore avesse a che fare con le parole giornalismo, correttore bozze, copywriting, SEO blogger, social media editor. Dal 2011 lavora principalmente da remoto, in particolare con aziende internazionali, attività questa iniziata proprio nel settore dell’iGaming quando ancora ne sapeva poco. Professionalità, curiosità e costante impegno lo hanno reso un esperto e, dopo più di 13 anni, ancora oggi continua a lavorare in questo settore con professionalità e la massima scrupolosità. Su Casinos.com si occupa di news variegate: giochi, provider, promozioni ecc.

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