Gli italiani scommettono con la testa: "Meno di 1 su 10 è aperto al rischio"

Italiani popolo di impavidi giocatori e amanti del brivido?  Anche no! (Immagine: Tero Vesalainen / Alamy)

Giocare per divertirsi, è quanto viene insegnato sin dalla scuola. Più passano gli anni, però, e più si vuole vincere, ma a quale prezzo? 

Di recente si è svolta l’iniziativa “Giocare da grandi. Le rilevazioni dell’Osservatorio sul gioco pubblico 2020-2024”, durante la quale è stato anche presentato il report dell’Osservatorio sul gioco pubblico . 

Di base si si confermano trend piuttosto comuni per la cultura italiana, dove il divertimento risulta un aspetto fondamentale, per non dire cruciale nella vita del Bel paese, premiando in particolare il viaggiare, il frequentarsi con gli amici e il guardare film o serie TV. 

C’è un altro aspetto del divertimento, però, da guardare con attenzione, e cioè quello legato al gioco, visto in particolare come momento di confronto e crescita (sentimento moto apprezzato). 

Quando il discorso passa sul terreno dei giochi a pagamento, ecco invece apparire un quadro decisamente differente: “meno di 1 italiano su 10 è aperto al rischio”.

Nel volume “Memorie di un baro”, Sacha Guitry scriveva: “Che il gioco abbia un influsso eccellente sull’umore. è incontestabile. Quando uno vince mille franchi, non è una semplice banconota da mille che gli piove dal cielo, ma la possibilità di vincere cento volte di più. Non ha vinto mille franchi, ha vinto!”. 

Forse questo pensiero poteva essere veritiero fino a qualche decennio fa ma oggi, complice anche un tessuto socio-economico sempre più fragile e un mondo digitale in costante crescita fagocitante, crescono i dubbi e i timori. 

Tra prudenza e rischio

Oltre alla naturale paura di perdere soldi, scommettendo, c’è anche quella di esporre il proprio denaro a pirati della rete, e ciò nonostante la “rassicurante presenza” dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) a vigliare sui casinò sicuri e certificati.

Nel report dell’Osservatorio sul gioco pubblico, è emerso che la fascia di italiani che si dichiarano prudenti o estremamente prudenti supera il 40%. 

Tra il gioco inteso come mero divertimento e come vincita di denaro poi c’è un abisso. Alcuni dati, però, sembrano andare l’uno in controtendenza dell’altro. 

Nella percezione di come appaia una persona che vince denaro online, sono in aumento le risposte che vedono solo “uno spreco di denaro”, così come “uno che vuole solo divertirsi” e “una persona normale”. 

In calo invece chi punta a una grossa somma per sistemarsi così come una persona che vuole solo passare del tempo. 

(Immagine: calado / Alamy)

Insomma, la cautela guida fino a un certo punto, come a dire: rischiare, ok, ma con molta testa. 

Un equilibrio questo che copre oltre il 50% degli intervistati, seguito da una grossa fetta di “prudenti” e una estremamente piccola di “aperti al rischio”. 

Presente in misura minore, anche se comunque significativa, “un modo per avere un’entrata economica supplementare”. Quest’ultimo è un elemento visibile a chiunque. 

Nei bar così come nelle tabaccherie, è facile incontrare gente, anche avanti con l’età, comprare cartoncini della fortuna o giocare direttamente alle slot machine. 

Un’ulteriore riflessione sui giochi con vincite poi traspare dalla domanda: “Se lei avesse 10.000 euro da investire, come li ripartirebbe tra le seguenti opzioni?”. 

Le risposte vedono una netta maggioranza di buoni postali decennali e BTP, quindi più staccati i fondi di investimento. Quasi la metà le azioni, poco più di 1/3 di queste ultime le criptovalute e solo infine i giochi con scommesse in denaro.

Alla radice del pessimismo

Il gioco online è ormai un segmento importante del web e nella percezione nostrana aumenterà sempre di più, ma la maggioranza degli italiani, al momento, non si sono buttati a capofitto, mantenendo da buoni tradizionalisti quali sono un equilibrio tra gioco fisico e digitale. 

Ad aggiungere scarso feeling col gambling, un naturale pessimismo nei confronti del mondo esterno, a cominciare dai rischi legati all’illegalità nel mondo digitale e la convinzione dell’importanza di tracciare i flussi di pagamento e le identità digitali dei giocatori (già molti casinò stanno mettendo a disposizione la SPID per registrarsi). 

Nel rapporto poi si legge chiaramente, “rispetto alle precedenti rilevazioni, aumenta significativamente il pessimismo sulla possibilità di controllare quello che avviene online”. 

Nell’ultimo ventennio l’Italia è stata travolta da un’ondata di movimenti e partiti di forte contestazione politica, passando da un Governo a un altro, quasi ogni anno. 

Un sentimento di scarsa fiducia che si riflette anche sul fronte dei giochi online, dove emerge un chiaro sentimento negativo nei confronti dello Stato che, invece di concedere continuamente nuove licenze, dovrebbe tutelare maggiormente le persone. 

Culturalmente poco avvezzi a fare mea culpa, infine, gli italiani questa volta si prendono decisi le proprie responsabilità, guardano a loro stessi come la principale causa del proliferare dei giochi online con vincite in denaro e conseguente sviluppo delle abitudini di gioco problematiche.